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Nacòrjas - Accorgersi. Part. pass. nacòrt. Il ticinese "nincòrgias" induce a dire anche nancorjas e ai participi na(n)còrz, na(n)corjü, na(n)corjüt. Beffa cit. per Airolo dà nacòrgias senza indicare il participio. - (nacorjas, nacorsgias, nancorjas, nancorsgias, nacort, nacorz)
Nant - Nante, frazione di Airolo sul versante destro della valle, alla bella quota di 1423 m s/m. Secondo Petrini cit. il nome deriva probabilmente da un ipotetico gallico Nantu (link) = ruscello, valle. In tal caso con riferimento al Riasc che attraversa il villaggio. Soprannome degli abitanti: ucéi biót = uccelli nudi, spiumati, spennati.
Nanzü (dét nanzü) (z = ts) - Davanti.
Nàpula - Napoletana: nel tressette e in altri giochi di carte, combinazione che comprende l'asso, il due e il tre del medesimo seme. Non solo leventinese. Sentito anche nel senso di "nasone", non so se solo da airolesi (Beffa lo dà per "naso di grosse dimensioni"). - (napula)
Nasta - Fiuto, olfatto. Il LSI non lo dà per la Leventina, dev'essere dunque importato da sud.
Nar - Sciocco (ted.: Narr). Narögna: 1) sciocchezza, 2) ridarella: i ò dös la narögna.
Natrolina, natrulina - Varechina, candeggina. Termine usato in Ticino e Lombardia.
Nè - Andare. Part. pass. nèç. Indicativo pres.: i vèi, ti vé, u va, i vam, i vét (errato ma corrente: i vasì), i van (-nn). Imperfetto: i vasévi, ti vasévat, ecc.. Futuro: i varò, ecc. Cond. pres.: i varü, rec. i varés, ecc. Forma impersonale: nan (-nn): "Dét canaia u vö nan più a servì méssa" = "Di bambini, non vuole andare più nessuno a servir messa"; "u (vö) bé nan mia tènci" = "non ne andranno molti, non saranno in molti ad andare". - (necc)
Nédi - Sgombro, pulito (detto di prato, pascolo). Beffa cit. lo dà per Airolo come sostantivo = terreno sgombro, erboso. - (nedi)
Néiro, néiru - Nero. Ni néiro = abbronzarsi. - (neiro, neiru)
Nèrç - Lumacone (senza conchiglia). Non è termine leventinese, apprendo dal LSI. Io mi ricordo di aver imparato la parola da bambino dal parroco, originario di Chironico. Beffa dice che non si usa ad Airolo in questo senso, ma solo in quelli di persona o animale gracile (che io non conoscevo). V. lümèia, lümèion.- (nercc, nerch, nerç)
Nerzós (z =ts) - Incollerito (Airolo, Beffa op. cit.). Io dicevo narzós ma in casa mi hanno corretto affermando che si dice inarzós (v.). - (nerzos, narzos, inarzos)
Nès - 1) Naso. Nès cu pissa im boca = naso che piscia in bocca, naso adunco, aquilino 2) Cervino, erba cervina, nardo, Nardus stricta (foto Google): tipo di erba di montagna pungente (punge il muso
dell'animale che la bruca; le mucche a volte lo strappano, foto sotto a destra). Non sentirti dunque preso in giro se, in
bilico sul ciglio di un dirupo, qualcuno ti grida "Tàcat al nes"!
Altrove detto anche sedon e simili. - (nes)
Nès 2) - foto Tabasio
Névòdan - Nevicata abbondante - (nevodan)
Ni - Nido (sost.) Venire, diventare (verbo). Part. pass. niç. Ni néiro = abbronzarsi. Ni rabió = arrabbiarsi. Ni noç = farsi notte, ni mèiro = dimagrire, ni grand = crescere, diventar grande, ni bél = volgere al bello (tempo). (nicc)
Nicrì - Ingracilirsi, immiserirsi (di piante). V. Nicro.
Nicro, nicru - Mingherlino, gracile, miserello (detto con una punta di simpatia). Il LSI dà il termine solo a Quinto, in Beffa cit. per Airolo non c'è. Anche diminutivo sostantivato, di tono affettuoso: "un tè nicrin, nicröz" = "un tipetto molto mingherlino".
Nisciòia - Nocciòla, frutto del nocciòlo, Corylus avellana. L'involcucro fogliaceo frastagliato che trattiene il frutto fino a maturazione è detto castél. Quando le nocciole mature si staccano si dice che "i van in faghéla": v. Faghéla. Il nocciòlo è detto bösc' (det) nisciòi (o anche solo bösc'). Beffa cit. dà anche nocciòlo = nisciòra e curö (a Nante quest'ultimo). A me verrebbe da dire nisciòra solo per designare il tipo di legno - légn, ram det nisciòra, ma non per il nocciolo come pianta intera. - (niscioia, nisciora, niscioi)
Nisciòra - Nocciòlo. V. Nisciòia.
Nòda - 1) Piccolo intaglio negli orecchi di capre, percore e maiali quale marchio di riconoscimento. 2) Fig.: Fisionomia, fattezze, lineamenti di una persona, con riferimento alle caratteristiche di una particolare famiglia: "t'é int la nòda di Bèfa", "hai la fisionomia dei Beffa" (Beffa cit.) , "it cugnossi jè dumà dala nòda", "ti conosco già soltanto dalla fisionomia". - (noda)
Ti m tö fò dala nòda?
Nom - Nome. Un tempo i nomi di persona non volevano l'articolo determinativo in dialetto, oggi sì. A Dalpe, tutte le persone nate in loco prima del 1945 circa vengono nominate senza articolo, quelle nate dopo con. In alcune famiglie i nomi dei fratelli e sorelle maggiori non hanno articolo, quelli dei fratelli o sorelle minori miei coetanei sì. Unica eccezione alla regola che mi viene in mente: "u Pèpi", Giuseppe Dotti (1914-1999), già sindaco del paese. A Quinto è più difficile dare una data. Tra i famigliari da parte di mamma, alcune donne nate negli anni '20 e '30 già hanno l'articolo, i loro fratelli no. Nella famiglia di mio padre uomini e donne nati negli anni '20 e '30 hanno l'articolo.
Nös - Nostro, al maschile singolare e plurale. Femminile: nòssa (sing.), nòs (plur.): i nös viç = i nostri vecchi, i nòs mam = le nostre mamme.
Nòstra, pl. nòstri - Imprecazione. Trè fò nostri, nostrè = imprecare. Penso che venga dalle invocazioni in latino nelle preghiere: pater noster, mater nostra ecc.
Nóta - Niente. Nota gnè 'm brüso = niente di niente - (nota)
Nu, i nu - Nel (prep. art.). Ad Airolo dicono i lu (Beffa).
Nudriè, nüdriè - Nutrire, allevare (bestie e figli). Sinonimo, per i figli: tirè sü.
Nüra - Nuvola, plur. nüri.
Nüro, nüru - Nuvoloso.
Nüssügn - Nessuno (pron. e agg. indef). Persona di nessun valore, che non conta niente: "un pòuru nüssügn" = "un povero nessuno".