SOPRANNOMI LEVENTINESI: ABITANTI E FAMIGLIE

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Soprannomi dei leventinesi:

Picapörsc = Picchiaporci. Soprannome dato dai bleniesi ai leventinesi. Secondo il LSI in Val di Blenio picapörsc = persona da poco. L'origine dell'epiteto sta probabilmente nel fatto che un tempo i contadini di Bodio e Pollegio solevano portare il loro bestiame - maiali compresi - in alpi dell'alta valle di Blenio, che dovevano risalire a piedi fino all'introduzione dei trasporti motorizzati: v. al riguardo Vicari 4, p. 264-265. Da ragazzo mi è capitato di far salire un maiale da Altanca fino all'alpe di Piora sotto il sole di luglio e non faccio fatica a immaginare quanto avranno potuto osservare i buoni bleniesi al passaggio dei poveri leventinesi. I maiali sono notoriamente difficili da far procedere quando s'impuntano a fermarsi e a poco serve anche accanirsi con il bastone!

Moncìc (moncicch) = Montanari. Soprannome dato a Lodrino e Iragna, in Riviera, ai Leventinesi dell'alta valle, quando questi avevano nella zona dei castagni di cui venivano a raccogliere i frutti, a quanto pare senza troppi riguardi per gli indigeni. Bernardi cit. e Vicari cit. che la riportano non danno un significato. Dal LSI deduco trattarsi del plurale di moncèc (moncecch), termine diffuso in varie parti del Ticino il cui significato primo sembra essere quello di "abitante della montagna", "montanaro", suppongo con una vena spregiativa. Il LSI precisa che in Riviera (ma anche nella bassa Leventina) indicava in particolare i leventinesi dell'alta valle. Su internet leggo che Moncècch è anche il nome che danno, o davano, i Lariensi ai montanari abitanti sopra Dongo, Gravedona e Gera, secondo il Vocabolario Milanese-Italiano di Francesco Cherubini. Nelle Giunte e correzioni Cherubini aggiunge: "chiamansi Moncecch perché i loro monti sono detti anche Monti Franceschi (Mont cecch) dai frati francescani che avevano convento in Dongo". Non so se l'origine della parola vada cercata sul lago di Como, eventualmente via Mesolcina: secondo Lurati "Dialetto" cit. (p. 76) anche i mesolcinesi chiamavano moncecch gli abitanti della Valle di Germasino, nella stessa regione italiana sopra indicata.


SOPRANNOMI DEGLI ABITANTI DEI VILLAGGI

Questa sezione si basa in buona parte sulla preziosa appendice di Virgilio Gilardoni "Blasone popolare ticinese", 1954, scovata per puro caso e citata nella BIBLIOGRAFIA .


VAL BEDRETTO

 

Tutta la Val Bedretto - Parüsc (grossi chiodi o cavicchi di legno utilizzati un tempo nella costruzione) è il soprannome dato ai bedrettesi dagli airolesi. Secondo Gilardoni applicato anche al villaggio di Bedretto. A volte si sente dire scherzosamente Büdrasca ("l'é un Büdrasca" = è un bedrettese).

Villa - Madài (medaglie) - (madai)


COMUNE DI AIROLO

Airolo - còruf (corvi), anticamente böi (buoi); tùbas (cavicchi di legno, appellativo dato agli airolesi dai bedrettesi); piazzói: nomignolo per gli airolesi in uso a Nante, leggermente spregiativo (Beffa cit.) . Ai tempi dello scavo della galleria ferroviaria del S.Gottardo gli airolesi erano chiamati bèrri (= montoni, in Ticino c'è "berin" con lo stesso significato, v. VSI) dai lavoratori piemontesi, a loro volta chiamati bugianèn (= "non ti muovere", soprannome tuttora in uso in Italia, v. dizionario alla parola bògia), e con i quali c'erano spesso zuffe non solo verbali: "Chi d'Airö ai taglièi ii ciamévan bugianèn e i tagliei chi d'Airö i ciamévan berri" (frase raccolta da Oskar Keller, op. cit. pp. 264-65, traslitterata secondo le regole di questo sito). - (coruf, tubas, berri, bugianen)

Fontana - tùbas (cavicchi di legno, "Airolo" op.cit), böi (Beffa op.cit); còruf (corvi), paijoi (gracchi alpini) (Gilardoni)

Madrano: c'éi (cani) - (c'ei)

Valle: g'at (gatti), vàlzer (recente)

Brugnasco: frèsc' (frasche) - (fresc', fresch)

Nante: ucéi biot (uccelli nudi = spiumati) - (ucei biot, ucei biott)

Nota: i soprannomi sono tratti dal volume "Airolo" op., Beffa cit. e Gilardoni cit.


COMUNE DI QUINTO

 

 

 

 


Quinto: baiàf (bugiardi). I quintesi hanno per patrono San Pietro, che rinnegò per tre volte il Signore dicendo che non lo conosceva dopo il suo arresto (motivo indicato da diverse fonti). Gilardoni dà anche squarciói = che strepitano. - (baiaf, squarcioi)

Altanca: tènc'a ("nomignolo leggermente spreg." dato ad Airolo agli abitanti di Altanca, dice Beffa. cit., voce Altènc'a)

Ambrì Sotto: i tèra santa (i terra santa). Ambrì Sotto era ritenuta una frazione - tèra = terra in dialetto - di gente molto "da gésa" (= di chiesa, devota) e conservatrice, in opposizione ad Ambrì Sopra, dove nell''800 ha invece attecchito il liberalismo e con esso l'anticlericalismo. È probabile che il soprannome sia nato in quest'ultima frazione e forse era solo di uso locale: i miei cugini di Deggio non lo conoscevano. - (tera santa)

Piotta: scioirói (diarroici), motivo ignoto. La scióira (diarrea, dissenteria) è anche detta eufemisticamente "la maratìa di chi da Piòta" (la malattia di quelli di Piotta). Penso quasi che il soprannome sia una cortesia degli abitanti di Ambrì, nota solo in questo villaggio, perché cugini di Deggio cui mi sono rivolto non lo conoscevano. - (scioiroi)


ALTRI COMUNI

Anzonico - Muscói, èsan (mosconi, asini) (Gilardoni) Per il primo v. la storiella "I mosconi d'Anzonico" di A. Borioli in "La vecchia Leventina", ed. 1973, p. 63. Il termine muscoi potrebbe però anche riferirsi ai bombi: Giandeini cit. dà infatti per Sobrio: ul muscon = il bombo. Il LSI dà anche zarói = tafani. - (muscoi, esan)

Bodio - Zòcri (zoccoli), böt (=?) (Gilardoni). Alla voce Bött sul VSI non lo trovo come soprannome dei bodiesi. Leggo però che a Giornico è così chiamata la lumaca senza conchiglia (sinonimo di nerç). In Leventina è anche la marmotta di età inferiore a un anno (Dalpe) e per estensione un bambino o una persona tozza, un "marmottino". Altrove ha anche il senso di girino o di zolla, cespo. Maiabött (mangiaspinaci) sarebbero gli abitanti di Aquila in Valle di Blenio. Per una spiegazione di zòcri v. la storiella raccontata da Alina Borioli in "La vecchia Leventina", p. 60 - (zocri, bött)

Calonico - Calapìt, zarötan (Gilardoni). Ignoro i significati. Zarötan potrebbe essere tafani (zaron, zaröt in alta Leventina). il LSI non fornisce precisazioni. Su internet leggo del "Carnevaa di calapit" di Calonico ma non trovo informazioni sul termine. Il VSI non lo menziona, il LSI dà calapitt senza precisarne il significato. L'unica ipotesi che mi viene è che quel pit sia un plurale di pét (peto) e che calapit equivalga a molapit (mollapeti). Se qualcuno può illuminarmi mi scriva. - (calapit, calapitt)

Calpiogna - Rèsa, (resina, nel senso fig. di seccatori, secondo Gilardoni, v. in questo dizionario a questa voce); rasiröi ("resinosi"). Il secondo soprannome è citato da un abitante di Primadengo in Oskar Keller, "Dialekttexte aus der Sopraceneri" cit., che spiega (trascrivo nella grafia utilizzata in questo sito): "... fòrzi par la rèsa bondanta cus tròva sü i la nòssa fàura, che anticamént i la tasàvan a la mòda di américhèi col ciuvingam, cu vo dì cica-goma, e tanti amò adés ul fan, màssim i tusèi, par natàs i denç.". In poche parole i calpiognesi sarebbero stati grandi masticatori di resina prima che gli americani inventassero il chewing-gum. Alcuni anche dopo, specie le ragazze per pulirsi i denti ... Mi pare di ricordare che un mio compagno di scuola, originario di Calpiogna, chiamasse rèsa la gomma da masticare (chewing gum, gomma americana, che anche Beffa chiama rèsa t Mérica). Il LSI non dà rasiröu nel senso di masticatore di resina ma di persona litigiosa, attaccabrighe. V. anche qeusto dizionario alle voci Rèsa e anche Rasirora.(resa)

Cavagnago - Vesp (vespe) (Gilardoni)

Chiggiogna - Èsan (asini) (Gilardoni)

Chironico: ciurli (ciurlo = caffè nel loro dialetto, o il pentolino per bollirlo? Così interpretavo io, ma Gilardoni lo dà nel senso di maiali, utilizzato ad Airolo, v. il dizionario a questa voce per il possibile motivo). ---> C

Dalpe - Maiói (mangioni), Pultrói (poltroni) (Gilardoni). Il LSI dà solo Maiói, e i dalpesi condividono l'appellativo con gli abitanti di Sonvico e Vicosoprano.- (maioi, pultroi, poltroi)

Giornico - C'éi (cani) - (c'ei, chiei, cani

Gribbio (Chironico) - Striói (stregoni) (LSI, Maggi cit. p. 101)

Faido: müi (muli), "per la loro provverbiale cocciutaggine" secondo la spiegazione corrente, storicamente forse in rapporto con l'attività della someggiatura, praticata appunto con cavalli e muli, molto importante a Faido ancora fino all'Ottocento (info da "Faido" op. cit. p. 18)

Freggio - Parüsc (non so se abbia lo stesso senso di cavicchi di legno come a Bedretto, penso di sì visto che parusc si dice anche a Sobrio per 'picchetto di legno'; lo stesso soprannome hanno anche gli abitanti di Osogna ma lì Gilardoni suppone che significhi passeri). V. in proposito il dizionario alla voce Parüsc.

Mairengo - Lümèi (lumache) (Gilardoni) - (lümei)

Osco - Scamói (correntini, travi trasversali del tetto, tra 'crümanè' e grondaia; secondo il LSI a Osco scamon significa però semplicemente trave, tondone): il "Baiaff di scamoi" è il giornale di carnevale di Osco. Il LSI dà anche stornói (sordoni, ma non so se nel senso di duri d'orecchio o degli uccelli della famiglia dei passeriformi con questo nome (lat. Prunella collaris - foto), chiamati appunto stornói a Dalpe, v. ibid.). (scamoi, stornoi)

Personico - Salvèdi (selvatici), bósc (becchi, caproni) (Gilardoni) - (salvedi, bosc)

Pollegio - Gòs (gozzi) Il gozzo era un tempo diffuso a Biasca - i cui abitanti hanno pure questo soprannome - e dintorni), saiòtri (cavallette) (Gilardoni) - (gos, goss, saiotri)

Prato - Dughègn (doganieri, secondo Gilardoni, certo per via del Dazio; altri pensano però che venga da Degagna). - (dughegn)

Primadengo - fréi (frati). Il soprannome è citato da un abitante del luogo (in Oskar Keller op. cit., v. Calpiogna) che dice: " i ò mèi savüt ul parché", "non ho mai saputo perché". - (frei)

Rossura - Plönzar (= ?, non so se il termine abbia a che fare col personaggio fittizio nel gioco a carte tressette) (Gilardoni); Ciöciö, raddoppio, a fini derisori da parte dei paesi vicini, di ciö = qui nel dialetto locale e di Chiggiogna secondo il VSI. Nel resto dell'alta e media Leventina si dice infatti c'ö, salvo a Chironico, dove dicono ciölö (VSI).

Sobrio - Gat (gatti) (Gilardoni) (gatt, ghet)

Vigera - Bignéiri (spannatoie, v. binéira nel diz.) (Gilardoni) - (bigneiri)


SOPRANNOMI DI FAMIGLIA

Quando da bambino qualcuno mi si rivolgeva chiamandomi con il soprannome di famiglia mi disturbava molto e non mi piaceva affatto. Ora che i soprannomi, per quanto ne sappia, non si usano praticamente più mi pare tuttavia che valga la pena raccoglierli, prima che si perdano del tutto, come tassello di quella che fu la società leventinese. Se qualcuno arriva su questa pagina e vuole contribuire sia il benvenuto e mi scriva QUI

 

VALLE BEDRETTO

Forni - Méstar (dal ted. Meister, soprannome a quanto sembra affibbiato dagli operai di lingua tedesca a Giuseppe Antonio Forni di Villa che aveva riattato e ingrandito l'ospizio del San Gottardo nel 1834), Catóna, Péti, Pozzina, d'Albin, Panarér (Pannerherr <- dal ted. Fahnenherr o Bannenherr - due diverse versioni in Beffa cit. - alfiere, banderale: Giuseppe Antonio Forni di Ronco, alfiere della Leventina, fu uno dei tre giustiziati per la "rivolta" del 1755).

Leonardi - Carlo d'Alacqua, Mufrìt - (mufrit, mufritt)

Orelli - Bidresca, C'aplìt, Genovìs (genovesi) - (c'aplit, c'aplitt, genovis)

Vella - Sandrùi, Serafinùi - (sandrui, serafinui)

Fonte: Beffa op. cit. p. 363, Maggi, "Patriziati" cit.


AIROLO

Albertolli - Frèisciói - (freiscioi)

Beffa - Bambìn (per diritto acquisito a servir messa?), Nai, Pèla - (pela)

Dotta - Brénta, Gipói (un ramo dei Dotta di Fontana), Puntunìt - (puntunit)

Filippini - Tacìt - (tacit)

Forni - Capàlu, Slòssar (trasferiti) - (capalu, slossar)

Genasci  - I Ross di rif, m'informa una lettrice airolese di nascita. "La spiegazione in famiglia - aggiunge - era che molti Genasci avevano i capelli rossi (Ross) et 'di Rif' perché possedevano dei terreni piuttosto scoscesi in riva alla Canaria, difficili da intrattenere per la fienagione".

Genoni - Raguài. il termine è sinonimo ad Airolo di cusciadó, indicante gli addetti alla manutenzione invernale della strada del passo del S. Gottardo, un mestiere che occupava molti ad Albinasca, patria dei Genoni (v. Beffa cit.)- (raguai)

Leventini di Nante - Blusìt - (blusit, blusitt)

Lombardi - Ciapói (di Valle), Gnaca, Matróna, Mintona ("quelli del ristorante Sasso Rosso", che ha chiuso i battenti negli anni '50/'60; il soprannome deriva dall'unione dei nomi Massimino e Antonio abbreviati, "così mi è stato tramandato", mi scrive Angela Martelli Lombardi, che fa parte di questo ramo) - (ciapoi, matrona)

Pedrini - Gipói (un ramo dei Pedrini di Nante). - (gipoi)

Pervangher - Tumsàc - (tumsac, tumsacc)

Peduzzi di Madrano - Schignèi (da Schignano in val d'Intelvi (Como), di dove sono originari e da cui si irradiavano in tutto l'alto Ticino i teciàt = carpentieri). - (schignei)

Pini - Stefanù

Fonte: Beffa, op. cit. p. 363, salvo che per i Genasci (v.)


QUINTO

Bronner - Baréla, Faghéla, Barìgia, Crènc'a - (barela, faghela, barigia, crenchia)

Buletti - Ros, Pòcia, Viòla, Rampon, Rompafèr - (ross, pocia, viola, rompafer)

Celio - Zòp, Nüzzent, u Véscu, Chi d'Oca, i Zéi, i Cauzzéta - (zop, zopp, nèzent, vescu, zei, cauzzeta, cauzeta)

Croce - Quinto: Chi 't Blèsi; Altanca: Chi det Céléstin, Manuélin, Chi 't Manuélon; Deggio: Bagna, Faréi, Grèi, Spanéi; Ambrì Sotto: Spanéi, Pizzòcan, Colomba, Gris; i còri - (blesi, celestin, manuelin, manuelon, farei, grei, spanei, pizzocan, cori)

Dafond - Fosna, Rèç, Pilàt - (recc, pilat)

D'Alessandri - Slaga (shlaga, schlaga). Numerosi i soprannomi nel comune di origine Calpiogna: Papa, Cai, Mégas, Müt, Zòp, Puncita, Böta, Trüloi, Sindachetu.

Delfoc - Rüsc'a, Tup, Chi 't Daniél - (tupp, daniel)

Dolfini - I Zör, i Zòcra, Chi 't Giuèn (zocra, giuen)

Fry - I Göp, Borza (Burza), la Misc'a (?), Borzita (Borzit?), Bagùt - (bagut, bagutt)

Fripp - U Furmìa, u Rüssiét, Tamagn - (furmia, rüssiet, rüssiett)

Giannini - Tòfa, Pidìa, Strascé, Spèi, Pinolu (Pinolo, da un soprannome personale, ramo Spèi), Munton, Pura, Micìt (ramo dei Pura)- (tofa, pidia, spei, pinolo, micit, micitt)

Gianolli - Tonin, Pino

Giosuè - Chi du Moniét o Mugnìt (Muniìt), Bronzin - (moniet, mognet, mugnit, mugnitt, muniit, muniitt)

Gobbi - Zin, Peda, Pedrinon, Pancaldi, d'Angostina, Lola, Sépét, Rödi, Plozzar, Prüc, Vais, Maran, Bienc', Muni - (sepet, prüch)

Nota su Vais, soprannome sfoggiato dal politico Norman Gobbi (-> Vais.ch) persino sulle liste elettorali, come fosse un secondo cognome. Secondo Livio Gobbi di Piotta si tratta di un retaggio linguistico della dominazione urana e deriva  dal tedesco "weiss" = persona con i capelli bianchi (mail all'autore, 2.3.2010). Non so se abbia riscontri al riguardo. Potrebbe anche venire da Waise = orfano o, perché no?, da Edelweiss: magari il primo Vais era un raccoglitore di questi fiori; interrogato un giorno da qualcuno "cum is ciaman chi fió gno?" ha risposto "edelvais", l'altro ha capito solo "vais" e Vais è rimasto. È una supposizione buttata là così, per divertimento, ma i soprannomi nascono spesso da episodi fortuiti.

Guscetti - Rat, Orz, Fanàc, Matoni, Sbrisa, Güscìt. Nessuna traccia dei "Rätitt" menzionati da Lurati, "Cognomi" cit.! "Um bòt i évan tüç rat, pö quèidügn i an maio', i an maio', fign ch'i én davantéi orz!" = "Una volta erano tutti topi, poi alcuni hanno mangiato, hanno mangiato finché sono diventati orsi", raccontava Eli di Ambrì Sotto per spiegare il soprannome Orz. - (ors, fanac, fanach, güscit, güscitt)

Jelmini - Iò, Dic, Bèija, Vintüra, Baloi, Gori - (io, jo, yo, dick, beija, beisgia)

Juri - Chi 't Bèta - (beta)

Jurietti - Pomtèra - (pomtera, pom tera)

Martinetti - Crèmar - (cremar)

Mottini - Cric'a, Martéla, Scribar, Chi det Giovàn Séveru, Butunàt, Manéta - (Crichia, martela, giovan severu, severo, butunat, maneta)

Pedroli - Chi t'Manuéli - (manueli)

Pedrolini - U Nara, Chi 't Iélo (ielo, ielu)

Petar - Toni 't la Bragnona

Piccoli - Zeza (trascrivo da Maggi cit. ignorando accenti e pronuncia), Sèra, Biratin, Franz, Storn - (zezza, sera)

Vanzini - Sciüc, Sciüchit, Caplan, Tas - (cablan, tass)

Fonte: Maggi, "Patriziati" cit., in cui purtroppo gli accenti sono messi in modo un po' fantasioso. Ho cercato di trascrivere i soprannomi nella grafia usata in questo sito per il vocabolario. In qualche caso dubbio ho lasciato la grafia originale (tra parentesi altre possibili grafie, senza accenti per facilitare eventualmente i motori di ricerca).

PRATO


 

 

 

 

 

Gendotti - Galina. 

Si cercano maggiori informazioni!


DALPE



 

 

 

D'Ambrogio - Chi di Moni (Chi du Moni scrive M. Fransioli, "Dalpe", p. 152, precisando che moni = monaco, significa sagrestano). "Torta" è più recente ed era un soprannome personale.

Dotti - Rossìt. Il soprannome sarebbe da ascrivere ai capelli rossicci del capostipite dalpese. - (rossit, rossitt)

Fransioli-Alberto - Chi det Piòda, Savòia - (chi det pioda, savoia)

Fransioli-Ignazio - Poncìt. Un ramo è diventato dal secondo dopoguerra "Chi du Cacia", soprannome del "capostipite" Ermanno (1901-1982), guardacaccia e padre di undici figli. Ormai numerosissimi nipoti e pronipoti, sparsi come i discendenti di Abramo... - (poncitt)

Fransioli-Spagnolo - Chi du Cùa - (chi du cua)

Fransioli (altri o non meglio identificati) - Budéla, Pantoni

Galeppi - Galüp

Gianella - Tachèina, Chi det la mòrt (!), ... - (tacheina, chi det la mort)

Jelmini - Iò (da Catto)

Sartore - Tong'it, Zigra, ... - (tongit)

Stefani - Polentöi

Fonte: ringrazio Cherubino Gianella, che mi ha fornito la maggior parte delle informazioni qui riportate (mi auguro di averlo fatto correttamente).

 

Già che siamo in tema inserisco qui un link sui Soprannomi delle famiglie patrizie di Biasca

 

ABCC' DEF GIJLMNOPQ R STUVZ