ANIMALI IN LEVENTINA


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ABCC' DEF GIJLMNOPQ R STUVZ

PIANTE & FIORI        STRUMENTI DI LAVORO

 

In questa pagina ho raccolto per comodità di consultazione i nomi di animali  inseriti nel dizionario alfabetico. Le voci sono qui ridotte all'osso. Ho tralasciato le considerazioni linguistiche per aggiungere qualche dato concreto, includendo anche animali di nessun interesse dal punto di vista dialettale come aquila, capriolo, cervo, lince o stambecco. Grazie alle preziose informazioni mandatemi da Marco Viglezio, veterinario e dalpese d'adozione con la passione della caccia e del dialetto, ho potuto completare il mio dizionario inserendo anche alcune espressioni tipiche usate dai cacciatori (v. GERGO VENATORIO a fondo pagina)  e precisare alcune voci tecniche relative al bestiame. I link "wikipedia" consentono di trovare immediatamente informazioni (e traduzioni in altre lingue), i link "foto Google" permettono di trovare immediatamente svariate immagini sull'animale in questione.  

Per una serie di link utili di approfondimento consulta la pagina del sito Tabasio > ANIMALI E PIANTE. Schede essenziali della fauna ticinese in Caccia-ti.ch. Segnalo inoltre il libro di Marzio Barelli, "Fauna sorpresa. Gli animali selvatici delle montagne ticinesi", Fratelli Jam Editori, Prosito, 2000, 177 pp. con interessanti informazioni e superbe foto dell'autore. Sempre di Barelli si veda anche "Lupi, orsi, linci e aquile: una ricerca storica sulle taglie pagate nel Ticino per gli animali feroci", Prosito, Jam edizioni, 2005.

Per trovare schede sugli uccelli in Svizzera si veda il sito della Stazione ornitologica di Sempach > ricerca in francese e tedesco. Per  effettuare la ricerca può essere utile l'impiego preliminare di questo traduttore dei nomi di uccelli: immetti il nome in italiano per trovare la traduzione in francese e tedesco. Su rettili e anfibi, infine, consultare il sito del Centro di coordinamento per la protezione degli anfibi e dei rettili in Svizzera Karch.ch. Per i pesci v. il sito Iii.to.cnr.it sui pesci italiani, con anche i nomi in vari dialetti, e il sito Ftap.ch  sui pesci ticinesi.


ANIMALI


A

Amprötan - v. Lamprötan.  

Anzél (z = ds) - Capretto o piccolo del camoscio nato nell'anno precedente. V. nel dizionario alfabetico per molte più precisazioni. - (anzel, anzell)

Aquila - Aquila reale, Aquila chrysaetos (it.wikipediafoto Google ). Non esiste, che io sappia, un nome dialettale in Alta Leventina, il che fa pensare che il grande rapace si sia estinto o quasi per un certo periodo nella regione, dove oggi si vede invece spesso > Aquile. Il LSI dà per la Bassa Leventina légua (Giornico, Personico), lègua (Bodio), ègue e lègue (Sobrio), come pure agra, aigra, ègra, èigra per le valli Blenio e Riviera. Una mia ipotesi priva di qualsiasi documentazione è che in alta e media Leventina si dicesse èra, da cui i toponimi Piz det l'èra, le cui etimologie lette qua e là mi paiono poco convincenti.

Arègn - Ragno. Plur. invariato > Araneae in it.wikipedia. - (aregn)

Avìgia , plur. avìç - Ape, Apis (it.wikipedia), in part. Apis mellifera (it.wikipedia ). Termine non solo leventinese. A Dalpe végia secondo il LSI. - avigia, vegia)

 

B

Balìn di cròs - Scricciolo, Troglodytes troglodytes (it.wikipedia - foto Google), ad Airolo (Beffa cit.). Detto anche ucél di cròs, a Osco ucél di ciossén o di ciüssén e a Dalpe drissìn dal scìspat, secondo il LSI. Sul sito della Pro Ticino un interessante articolo: I nomi dello scricciolo. - (balin di cros, cross, ucel di cross, ucel di ciossen, drissin dal sciscpat)

Bau - Baco, bruco, vermetto (termine generico). Mia mamma lo usa anche per insetto non meglio identificato.

Bèc - Becco, caprone. Anche bósc (v.). - (bec, becc, becch) 

Bìdria - Donnola, Mustela nivalis (it.wikipedia - foto Google ) a Dalpe. Per Airolo Beffa  cit. traduce ermellino, Mustela erminea (it.wikipedia - foto Google). Il LSI dà ermellino (Lev.) e addirittura puzzola, Mustela putorius (it.wikipedia - foto Google) a Prato Leventina e Calpiogna. Il VSI dà però donnola: si legga l'interessante voce bèlora. In Val Bedretto si dice bidra, secondo il VSI e Orelli (il quale traduce a sua volta ermellino). A Quinto vermalina (v.). - (bidria, bidra)

Bima, Biüma - Capra che non ha ancora partorito, femmina di camoscio non allattante, femmina in età riproduttiva che per uno o più anni non ha figliato. V. Biüma nel dizionario alfabetico per più info.

Bigàta - v. Ghèta. - (bigata)

Bisc'öu - Maiale, a Dalpe. A Quinto si dice pörc'. Foto mie > Maiali 

Bissa - Biscia, serpente, termine generico.

- Bue. Termine sato, un tempo, anche per il toro. - (bo)

Bósc (sc =sh) - Becco, caprone, anche maschio del camoscio dice Beffa cit. - (bosc, bosch)

Böt - Marmotta giovane, di età inferiore a un anno. V. varòzza.

C        

Cambra - Nome generico per tarma, tarlo, camola. In particolare: tignola della lana, Tineola bisselliella (it.wikipediafoto Google);  acaro del formaggio, Tyroglyphus casei ;  tarlo del legno, Anobium punctatum (it.wikipediafoto Google).

Camoghè, Camughè - Sparviere, Accipiter nisus (it.wikipediafoto Google - scheda caccia-ti), secondo il VSI. Il termine è sopravvissuto solo come toponimo.  

Camós - Camoscio, Rupicapra rupicapra (it.wikipedia - foto Google). Ad Airolo c'amos: Beffa cit. distingue tra c'amos busc'irö (camoscio "boscaiolo", più massiccio e pesante, il cui habitat è il bosco) e c'amos scimirö (camoscio "rupicolo", lett. "cimaiolo", di struttura più esile, il cui habitat è l'alta montagna). Una distinzione presente anche nel dialetto di Biasca e Pontirone (camos bosc'iréu e scimiréu, Magginetti-Lurati cit.) e in altri dialetti ancora, ma che secondo Marzio Barelli ("Fauna sorpresa" cit., p. 18/27) "non esiste praticamente più: l'abbandono quasi completo dell'allevamento del bestiame sui monti e gli alpi e il conseguente rimboschimento hanno messo a disposizione dei camosci enormi aree anche nella bassa e media montagna, dove trovano ottimo nutrimento e riparo". Marco Viglezio, veterinario e cacciatore, mi precisa: "...si diceva in effetti scimiröu (in Blenio camos da vadrecc) e bosc'iröu o camos da bòsc'. Ora però la biologia faunistica insegna che si tratta di un'unica specie e razza e che lo stesso individuo può trovarsi nel bosco o sui ghiacciai (un camoscio riesce a superare un dislivello di mille metri in un quarto d'ora!) e anche i cacciatori non fanno più tanto distinzione." Beffa chiama sción il caratteristico fischio-sibilo, avvertibile a buona distanza, dell'animale in situazione d'allarme: v. sciè. Dà inoltre plandon come voce gergale per il camoscio. Foto mie > Camosci  - (camos, camoss) 

                                                                                        Camos bosc'iröu - Foto Tabasio 


Capriòlo - Capriolo, Capreolus capreolus (it.wikipedia - foto Google). Manca un nome dialettale, trattandosi di un animale estintosi secoli fa e riapparso solo di recente. Il c'avriöu indicato per Dalpe dal VSI sembra artificialmente ricostruito e per giunta foneticamente sbagliato: dovrebbe essere c'auriöu. Il capriolo era presente in Ticino in epoca medievale, difficile dire quando sia scomparso. Alcuni animali furono immessi nella bandita federale del Campo Tencia il 17.9.1896 (Fransioli, "Dalpe", p. 227). Nel novembre 1898 furono liberate nella bandita 3 femmine, destinate "ad accrescere il numero un po' scarso del gentil sesso capriolesco" (la colonia comprendeva allora 8 soggetti), cita da ignota fonte Plinio Grossi ("Va sentiero", 1987, p. 271). Gli animali - aggiunge - provenivano dal Parco Reale di Monza. Non so se la colonia sia sopravvissuta. Nel 1933-35 la Società cacciatori del Gottardo acquistò alcuni esemplari in Austria per reinserirli nella bandita del Sasso Rosso (Barelli, "Fauna", p. 29; R. Peduzzi, "Airolo", p. 72). Oggi diffusi un po' ovunque. Foto mie > CAPRIOLI.

Caréna - Bovina che partorisce già al secondo anno di età, "saltando" lo stadio di manza (v.). 

Cavaöç - Tipula (en.wikipediafoto Google ), sorta di zanzarone innocuo dalle grandi ali di cui esistono diverse specie (oleracea, maxima, paludosa e altre) . La Tipula oleracea (foto Google) è detta anche zanzarone degli orti. - (cavaöcc, cavaöcch) 

                                                                                                   Cavaöç  - foto Tabasio

 

Cèrvo - Cervo, Cervus elaphus (it.wikipediafoto Google). Manca un nome dialettale, trattandosi di un animale estintosi secoli fa e riapparso solo di recente. Non ho mai sentito a Dalpe dire scervia per cerva come riporta il VSI. Il cervo era presente in Ticino in epoca medievale, difficile dire quando sia scomparso. Grazie al Parco nazionale, che ha fatto da riserva di irradiamento, è riapparso via Mesolcina nel Bellinzonese tra il 1935 e il 1940. In Leventina i primi cervi sono stati segnalati nel 1941 (Barelli, "Fauna", p. 29, Peduzzi, "Airolo", p. 72). Oggi numerosi. Foto mie > Cervi.

Còro, còru, plur. còri - Corvo, nome generico. In particolare il corvo imperiale, Corvus corax  (it.wikipediafoto Google - scheda caccia-ti) e la cornacchia nera, Corvus corone (it.wikipediafoto Google - scheda caccia-ti). Ad Airolo: còruf, che è anche il soprannome degli abitanti del villaggio. - (coro, coru, coruf, coruff)

Cos - Scoiattolo, Sciurus vulgaris (it.wikipedia - foto Google).

                                                                           Cos - sullo sfondo, Mairénc' - foto Tabasio

 

C' 

C'àura -  Capra; femmina di camoscio, capriolo o cervo (VSI).  C'aura pèrza = "capra sperduta", appellativo che si riferisce verosimilmente all'allocco, v. Oróc, uróc. Il VSI riporta appellativi simili per rapaci notturni in Ticino, spiegandoli con la somiglianza tra il loro verso e il belato lamentoso di una capra. Per meglio giudicare, ascolta il lamento dell'allocco su Ornitho.ch . In Leventina dà per Osco c'aura squarscèda = rapace notturno, assiolo, gufo, allocco. - (c'aura, chiaura)

C'aurét, plur. c'aurìt - Capretto nei primi mesi di vita fino alla maturità sessuale, dice il VSI, che in Alta Leventina lo dà solo a Dalpe. Altrove è o era detto un tempo iöu (v.) o (Airolo), fem. iòra. Anche Jelmini dà però c'aurét per Quinto. Per Dalpe mi scrive Marco Viglezio: "I capretti in genere sono c'aurìt, se si specifica il sesso iòra o bosc. Significativo è il toponimo Sass di c'aurit in Valle Piumogna dove venivano portate le caprette destinate all'allevamento, lontane dai becchi affinché non venissero coperte, onde evitare un parto già ad un anno di età e per lasciar loro il tempo di svilupparsi appieno (in Valle di Blenio la giovane capra di un anno che partorisce viene chiamata  iöo fa iöo e il capretto che ne nasce si chiama iöo d'un iöo fa iöo, mentre che a Dalpe si diceva carènàt). - (c'aura, chiaura, c'auret, chiauret, chiaurett, chiaurit, chiauritt)

C'égn (pl. c'éi)  - Cane. Soprannome degli abitanti di Madrano. Diminutivo: c'égnatin, plur. c'égnatìt. - c'egn, chiegn) 

 

D 

Drès - Tordela, Turdus viscivorus (it.wikipedia - foto Google), altri tipi di tordo (foto Google) e uccelli affini, dice il LSI; termine non solo lev., usato anche in parte della Lombardia e con parenti in altre lingue (romancio engad. dresch, ted. Drossel, ingl. thrush). Ad Airolo: dris = tordela, conferma Beffa cit. (un plurale diventato singolare?). Più o meno sinonimo di viscarda, che è più propriamente la cesena (Turdus pilaris, (it.wikipedia - foto Google). Il LSI dà anche per Dalpe il diminutivo drissin** = tordo sassello, Turdus iliacus (it.wikipedia - foto Google),  mentre drissin dal scispat, sempre a Dalpe, sarebbe lo scricciolo, Troglodytes troglodytes (it.wikipedia - foto Google). (** In milanese è dressin, dice Francesco Cherubini,  il quale dà pure dress e viscarda, ma identificando il primo con il Turdus pilaris = cesena e la seconda con il Turdus viscivorus = tordela, all'opposto di quanto da me indicato). - (dres, dress)

E

Èsan - Asino. Soprannome degli abitanti di Chiggiogna, come pure di Anzonico, più noti come muscói (o musc'ói in Alta e Media Leventina).

F

Fasàn - Fagiano, intendendo il fagiano di monte o gallo forcello, Lyrurus tetrix (foto Google) o Tetrao tetrix (it.wikipedia - foto Google). - (fasan)

Foìn, fuìn - Faina, Martes foina (it.wikipedia - foto Google). - (foin, fuin)

Franculina - Francolino di monte, Bonasa bonasia (it.wikipediafoto Google) o Tetrastes bonasia (foto Google).

Furmìa - Formica > Formicidae (it.wikipedia). Furmiéi = formicaio. - (formia, furmia)

G  

Galina du Signor - Coccinella > Coccinellidae (it.wikipedia), Coccinella septempunctata (foto Google) e altre varietà. Così sembra ricordarsi mia mamma dopo che le ho chiesto se avesse già sentito galina t sam Pédru, trovato per Osco sull'AIS (cartina 470). Il termine non è più usato. Anche in italiano c'è il termine popolare "gallinella del Signore" (Garzanti online).

Ghèija - Ghiandaia, Garrulus glandarius (it.wikipedia - foto Google - scheda caccia-ti). Airolo: g'èija. Corrisponde all'italiano "gazza", che però è Pica pica (it.wikipedia). - (gheija, gheisgia)

Ghèt - Gatto. Airolo: g'at, che è anche soprannome degli abitanti di Valle. - (ghet, ghett, ghiat, ghiatt)

Ghèta - Bruco, larva di farfalla (it.wikipedia). A Dalpe bigàta, ad Airolo g'ata. (gheta, bigata)

Ghéz - Ramarro, Lacerta viridis (it.wikipedia - foto Google). Penso sia termine importato, è infatti termine sud-ticinese e anche lombardo. Lo dà però anche Franscini cit.. L'AIS (cartina 450) per Osco dà lusert plur. lusirt. Beffa cit. per Airolo dà lüserta , plur. lüsìrt,  e lèpra + lapra, quale nome generico per lucertola. - (ghez, ghezz)

Grin - Grillo, Gryllus campestris (it.wikipedia - foto Google). Invariato al plurale, che secondo mia mamma non è grit come logica vorrebbe.  Beffa cit. dà grigrì per Airolo. 

I

Iöu, fem. iòra - Capretto fino a un anno di età (Airolo). In seguito è anzél. Dal latino haediolu (Sganzini, citato da Beffa). Plur. iöi, fem. iòi. - (iou, iora, ioi)

L

Lamprötan - Lombrico, Lumbricus terrestris (it.wikipedia - foto Google). Plurale invariato. In Val Bedretto: amprötan (Orelli op. cit.). Il LSI dà amprötan anche per Quinto, mentre per Dalpe dà ampròtan = lampreda (ammesso che l'identificazione sia giusta presumo si tratti della lampreda di ruscello o lampreda di Planer, Lampetra Planeri (foto Google), attualmente presente in Ticino solo nel Laveggio, nel Mendirisiotto Rapporto commissione GC).

Léura - Lepre grigia o comune, Lepus europaeus (it.wikipedia - foto Google). Plur. léuri. Léura biénc'a = lepre variabile o bianca, Lepus timidus (it.wikipedia -foto Google): vive tra i 1500 e i 2800 m. di quota, di forme più minute e arrotondate rispetto alla cugina (Barelli, "Fauna" pp. 9-11).- (leura)

Lince - Lince, Lynx lynx (it.wikipediafoto Google). Un tempo chiamata (lupo) cerviere, in latino (lupus) cerviarius (TLIO), per l'abitudine di attaccare i cervi. Negli Statuti di leventina del 1713 è detta lupo ceriollo, nel Libro delle taglie generali del paese di Leventina lupo cerviolo: 2 taglie sono pagate a Faido nel 1764 e 1784, prova che era ancora presente in valle nella seconda metà del '700 (Barelli, "Lupi" cit. pp. 171-72; l'autore non ha trovato prove di uccisioni in Ticino nei primi decenni dell'800). L'ultima lince in Svizzera sarebbe stata uccisa nel 1894 nella regione del Sempione (ibid. pp. 172-72). In Ticino non sono rimasti nomi dialettali, mentre in romancio sono documentati luf tcharver e simili. Di nuovo segnalata la prima volta nella zona tra Piora e Altanca/Ronco nel luglio 2003 (R. Peduzzi, "Quinto", p. 157). Sono quasi certo di averne vista una - per pochi secondi - in Bol (Dalpe) qualche inverno fa.

Listó - Astore, Accipiter gentilis (it.wikipedia - foto Google - (scheda caccia-ti). Sganzini cit. lo dà come termine airolese, ma Beffa cit. è scettico! Si dice invece a Dalpe invece di scis (v.) o come suo sinonimo (da bambino sentivo solo listó per quello che noi a casa chiamavamo scis). A Sobrio c'è listóu

Lögia - Scrofa.

Ludro - Lontra, Lutra lutra (it.wikipedia - foto Google), nota per il suo appetito, data per estinta in Svizzera da decenni ma riapparsa negli ultimi anni, tra l'altro proprio nell'Alta Leventina (RSI 6.2.2017). Un tempo diffusa ovunque, era considerata nociva ed eliminata con ogni mezzo, fino alla completa eliminazione nei primi decenni del '900 (Barelli, "Fauna" cit., pp. 39-41). Mi pare di aver sentito che ce ne fossero un tempo nella "roija" (ruscello) di Ambrì.

Lümèia - Chiocciola, Helix pomatia (it.wikipedia - foto Google) o simili. Airolo: lümèa. - (lümeia)

Lümèión = lumacone, limaccia (senza conchiglia), Arion rufus (it.wikipedia - foto Google) o simili, Airolo lumèón, sin. dial. TI: nèrç (v.) Sull'AIS trovo per Osco lümèia = lumaca nuda (limaccia) e lümèia dal cünc = chiocciola, dove cünc è il guscio (cartine 461 e 459 risp.). - (lümeion) 

                                                                             Lümèion - foto Tabasio
 

Lüsarègn - Toporagno. C'è il toporagno comune, Sorex araneus (foto Google) e anche il toporagno alpino, Sorex alpinus (foto Google). L'AIS (cartina 444) dà müsaragn e simili (etimologicamente sembrerebbe invero più appropriato, da mus = topo in latino, v. francese musaraigne). Idem il LSI, il quale sostiene che lüsaregn è usato solo a Dalpe, ma per indicare il grillotalpa, Gryllotalpa gryllotalpa (foto Google). Mah, mai sentito in questo senso. Da indagare. Beffa cit. ad Airolo lo chiama rat dal müson güzz (topo dal muso aguzzo). - (lüsaregn, müsaregn)

Lüsinc'ü, lüsinc'üu - Lucciola. Ci sono più specie. In Italia e presumo in Ticino (ma da anni non ne vedo più) dovrebbero esserci la Luciola italica (foto Google) e la Lampyris noctiluca (foto Google). Per Dalpe il LSI dà il curioso Végia di lüsinc'ü (v.) = Maggiolino, melolonta (Melolontha melolontha). Mai sentito personalmente. 

Lüu - Lupo, Canis lupus (it.wikipedia - foto Google). Airolo e Val Bedretto: lüf. È riapparso nel gennaio 2001  in Ticino (4 capre uccise a Monte Carasso) e due anni dopo anche in Leventina, proveniente dall'Italia: la sua presenza è stata rilevata la prima volta dalle analisi di sei capre trovate uccise in territorio di Osco nel dicembre 2003. Ha però avuto vita dura: a Prato il 2 febbraio 2006 ignoti bracconieri hanno cercato di fargli la pelle con una fucilata, se l'è cavata, ma non si sa bene che fine abbia fatto. Nel 2007 la presenza del predatore è stata in ogni caso rilevata a più riprese (Ticinonline 2.1.2008) e il 5.3.2008 è stato fotografato a pochi passi dal villaggio di Quinto e pare zoppicasse. Per le più recenti novità si veda la pagina Lupo sul sito del Cantone e le pagine dedicate al lupo dal sito WildTier Schweiz dell'università di Zurigo (in italiano). Nei secoli scorsi il lupo sembra essersi estinto in Leventina prima che in altre regioni del Ticino. Si veda in proposito Marzio Barelli, "Lupi, orsi, linci e aquile" cit, pp. 15-99. Tra il 1808 e il 1871 in Ticino furono uccisi 249 lupi, dei quali uno solo in Leventina, da Antonio Sciaroni a Personico nel 1819, e uno solo in Valle di Blenio, a Olivone, nel 1821 da Giuseppe Scheggia, contro gli 89 del Bellinzonese e i 70 del Luganese (ibid. p. 56 e 62, cartina uccisioni a p. 97). Sul sito della Pro Ticino c'è un interessante articolo sul lupo in Ticino e nomi dialettali derivati. Foto mia> Grandi predatori

                                                                       Lüu - foto Tabasio

M   

Manza - Bovina nel terzo anno di età, in cui ha il primo parto (v. moiàt). Manza stravarg'èda = bovina che partorisce solo a quattro anni (Deggio). Il LSI dà, in senso generale = che non figlia nei primi anni di vita o per più anni consecutivi: di vacca o capra. Dovrebbe corrispondere all'airolese stramanza = bovina primipara al quarto anno di età, detta a Nante manza dopia (Beffa cit.). Altri termini sono ober, obermanza, ubermanza citati per la Leventina dal LSI e da Bontà cit.. Secondo Bontà  (p. 8) è detta pure manza stravalghèda la manza che figlia in ritardo, nel quarto anno. 

Méz rat e méz ucél - Pipistrello, diverse varietà di chirotteri (it.wikipedia). Parola non più usata se non dai vecchi, ormai soppiantata dall'it. pipistrél o pipistrèlo. Beffa cit. traduce nottola, Nyctalus noctula (nome comune del più grande pipistrello europeo, caratterizzato dal pelame rossiccio, con ali e orecchie nere, foto Google). Sull'AIS trovo per Osco mèzurat, mèzratemèzucél (carta 48). - (mez rat ratt e mez ucel, mezurat, mezuratt)

Moiàt, muiàt - Giovenca nel secondo anno di età (fino a un anno è vidél, nel secondo anno è moiàt, nel terzo manza, dal quarto vaca, mi pare, anche se le definizioni non sono sempre univoche). - (moiat, moiatt, muiat, muiatt)

Mosc'on, musc'on - Moscone, nome di varie specie di mosche (it.wikipedia ) più grosse delle comuni; il termine è usato anche impropriamente per il bombo, Bombus (it.wikipedia), genere di insetti, tra cui figura il Bombus terrestris (foto Google) dal corpo tozzo e villoso, con livrea di vari colori, che si nutrono succhiando il nettare dei fiori (ord. Imenotteri). Ignoro se ci sia termine dialettale più appropriato. Beffa cit. per Airolo dà muscón = bombo, moscone in genere. Per Sobrio Giandeini dà muscon = bombo. Muscói è soprannome degli abitanti di Anzonico. - (moscon, moschion, muscon)

Mossìn, mussìn (plur. mossìt, mussìt) - Zanzara > Culcidae (it.wikipedia), moscerino, nome generico che comprende per esempio il moscerino della frutta o dell'aceto, Drosophila melanogaster (it.wikipedia). (mossin, mussin, mossit, mussit) 

N     

Nèrç - Lumacone (senza conchiglia). Non è termine leventinese, apprendo dal LSI. V. Lümèion. - (nerç, nerc, nercc, nerch)

O

Ondra - Rondine comune, Hirundo rustica (it.wikipedia - Foto Google), event. rondine montana, Hirundo rupestris (it.wikipedia - foto Google), ma credo soprattutto il molto simile balestruccio, Delichon urbicum (it.wikipedia - foto Google) o urbica (foto Google), comunemente definito rondine anche in italiano. Credo che quest'ultimo sia assai più comune in alta Leventina, dove nidifica sotto i tetti delle case. Airolo: undra.

Oróc, uróc - Allocco, Strix aluco (it.wikipedia - foto Google ), presumo andando a orecchio. Non so se questi rapaci notturni vivano (ancora) in Leventina. Secondo lo "Schweizer Brutvogelatlas 1993-1996" si tratta della specie più diffusa di rapace notturno, specialmente sopra i 1000 m, fino a 1800 m in Ticino.  Oroc l'ho sempre sentito solo nel senso figurato di allocco, ossia sciocco e sprovveduto. Mario Forni in "Airolo" cit. dà uroc = civetta, mentre Beffa dà urlùc (Airolo) e urùc (Villa Bedretto) e dice anch'egli di non averlo mai sentito nel senso proprio di uccello notturno. Per civetta Beffa dà sciguèta. Lurati-Pinana dicono per la Verzasca oroc = gufo, che secondo l'AIS a Osco sarebbe lulù (cartina 508). Mah, salterà fuori che è il barbagianni ... All'allocco si riferisce verosimilmente l'appellativo popolare c'àura pèrza (v. a questa voce) o c'aura squarscèda, per il suo sinistro lamento, che puoi ascoltare su Ornitho.ch..  - (oroc, orocc, orocch, uroc, urocc, urocch) 

Orz - Orso, Ursus arctos (it.wikipedia - foto Google). Sulla presenza dell'orso in Leventina e nel resto del Ticino in passato si legga l'interessante libro di Marzio Barelli, "Lupi, orsi, linci e aquile" cit., pp. 101-165. Nell'Alta Leventina doveva essere parecchio diffuso nel Medio Evo, perché nel solo biennio 1458-59 ne furono uccisi ben 11 (ibid. p. 104 e 156). Nell''800 ne furono presi ancora quattro, uno in territorio di Airolo, gli altri tre in quello di Quinto, questi ultimi da uno stesso cacciatore, Giovanni Mottini: uno nel 1811, due nel 1813 (p. 124 e 157). Barelli non ha trovato riscontro di plantigradi uccisi a metà secolo e più tardi. Singolare curiosità: nessuno dei 167 orsi uccisi tra il 1808 e il 1885 nel cantone lo fu in territori a occidente del fiume Ticino (p. 157 e cartina a p. 165). Sulle zampe d'orso esposte su case dell'Alta Leventina (Ambri Sotto, Altanca, Ronco) v. ibid. a p. 150. Informazioni complementari e almeno in parte contrastanti (ma precedenti il libro di Barelli), in "Airolo" cit. pp. 70-71, con relative fonti. Segnalo, senza averlo letto, Massimo Lucchinetti, "L'orso nell'Alta Leventina", in Rivista Tre Valli, n. 8., 1984, pp. 15-17 e GdP 27.12.1984 + 2.1.1985. Tre "testimoni" affermano di aver osservato col binocolo un esemplare il 18.7.2007 sul Pizzo Erra (Piz det l'èra), sopra Cavagnago! Uno scherzo ai giornalisti creduloni? Io l'ho fotografato! > Grandi predatori

                                                                                                       Orz - foto Tabasio

P

Paijon - Gracchio alpino, Pyrrhocorax graculus (it.wikipedia - foto Google). Così è chiamato nel dialetto di Airolo, negli altri non so, lo dà però anche Franscini cit. traducendo monacchia o pola delle Alpi. Il LSI dà nomi simili anche in Val di Blenio. - (paisgion)

Parpaiòra - Farfalla, nome generico > Lepidoptera in it.wikipedia. - (parpaiora)

Parnìsa - Coturnice, Alectoris graeca (it.wikipedia - foto Google, scheda caccia-ti). - (parnisa)

Péura - Pecora, Ovis aries. - (peura)

Piòra - Pollastra, giovane gallina. Plur piòi.- (piora, pioi)

Pic'apésc  - "Picchia-abeti". Ad Airolo nome generico per picchio, in particolare picchio nero, Dryocopus martius (it.wikipedia - foto Google) e picchio rosso maggiore, Dendrocopos major (it.wikipedia - foto Google) , per il tipico martellio dell'uccello in cerca di cibo (Beffa cit.). - (picapesc, pichiapesc)

Piüç - Pidocchio, Pediculus humanus capitis (it.wikipedia - foto Google). - (piücc)

Pörc' (pl. pörsc) - Maiale (a Dalpe è chiamato bisc'öu). Foto mie > Maiali 

Püras - Pulce, in particolare Pulex irritans (it.wikipedia - foto Google). 

Puscìn - Vitellino (termine affettuoso). - (puscin)

R  

Rèna - Rana, in particolare rana alpina o montana, Rana temporaria (it.wikipediafoto Google) . Plurale rèi. Rènaböt = girino (Airolo, Beffa op. cit., mai sentito da parte mia). - (rena, rei)

S

Saiòtro, saiòtru - Cavalletta, nome generico > Caelifera (it.wikipedia). Airolo: saòtru. - (saiotro, saiotru)

Scazzon - Scazzone, Cottus gobio (it.wikipedia - foto Google), ad Airolo sc'azzon, dice Beffa cit., dà anche il senso figurato di persona piccola e tarchiata. Beffa lo dà come sinonimo di ghiozzo, che però non è proprio lo stesso pesce: sul sito Ftap.ch trovo Padogobius martensi, presente però solo nel Verbano, nel Ceresio e nella Tresa, su Wikipedia Gobius niger. Riporto da it.wikipedia: gli scazzoni, piccoli pesci d'acqua dolce, venivano pescati di frodo con l'ausilio di forchette. Si spostavano i sassi del torrente dove si presumeva si trovassero questi pesci ed essi finivano praticamente "infilzati" una volta stanati dal loro rifugio.

Sciàt (pron. shatt)- Rospo comune, Bufo bufo (it.wikipedia - foto Google ). Non solo lev.). - (sciat, sciatt)

Sciguéta - Civetta, Athene noctua (it.wikipedia - foto Google). Ad Airolo
sciguèta (Beffa cit.). Non so se sia termine anche locale oppure importato. Ho sentito una volta la mamma chiamarla c'aura pèrza = capra sperduta, appellativo che però si riferisce più probabilmente all'allocco (
Oróc, uróc). V. alla voce C'aura. In senso figurato sciguéta = smorfiosa, vezzosa, detto di una ragazza. - (scigueta)

Sciguéton - Vitello d'ingrasso, nutrito a latte anche dopo le prime tre settimane (Lurati "Terminologia" p. 50).

Scis - Astore, Accipiter gentilis (it.wikipedia - foto Google - (scheda caccia-ti) eventualmente anche la poiana, Buteo buteo (it.wikipedia - foto Google - scheda caccia-ti) o altri rapaci.  Il LSI e Beffa menzionano entrambi e lo danno come falco o uccello rapace diurno in genere, aquila esclusa, la quale non ha un nome in dialetto leventinese. In ogni caso grosso falco un tempo temuto per le incursioni nei pollai, per il quale esistevano un tempo gli spavéntascis, equivalenti degli spaventapasseri. Leggendo qua e là sul web le schede dei vari rapaci mi sono convinto che scis è in primo luogo dell'astore, in più luoghi menzionato come terrore dei pollai. Denominato cisso, scisso o sisso in vecchi documenti valmaggesi (Barelli,  "Lupi, orsi, linci e aquile" cit., pp. 189-199). Più info nel dizionario alfabetico. - (sciss)

Smorégia, smurégia - Forbicina, forfecchia, Forficula auricularia (it.wikipedia - foto Google): insetto noto anche come "forbiseta". - (smoregia, scmoregia)

 

                                                                            Smorégia - foto Tabasio 


Stambèc - Stambecco, Capra ibex (it.wikipedia - foto Google). Scomparso dalle Alpi svizzere già nel XVI secolo, reintrodotto nel 1911 nel canton San Gallo e nel 1920 nel Parco nazionale nei Grigioni, proveniente dalla Riserva del Gran Paradiso, in Italia (Barelli "Fauna" cit pp. 29-32). In Ticino reintrodotto nel 1953 nella regione del Campo Tencia (presumo senza successo), nel 1963 alla Greina, nel 1974 nella zona di Robiei (ibid). In Leventina sette stambecchi (3 maschi e 4 femmine) sono stati rilasciati nel 1987 nella regione di Piora e sono localizzati tra il Lago di Dentro e il Pizzo Taneda (R. Peduzzi, "Quinto" cit. p. 157). Personalmente  ne ho  visti e fotografati in Val Bedretto , poco sotto il passo della Novena > Stambecchi. - (stambec, stambecc, stambecch)

Stèrli (plur.) - Vitelli e giovenche (giovenca = bovina giovane che non ha ancora figliato e quindi non dà latte). Sing. stèrlu secondo Jelmini nel Glossario di Piora cit.; a me pare di aver sempre sentito stèrla . Anche Beffa e Franscini cit. lo danno al femminile. C'è anche il diminutivo starlét, plur. starlìt. - (sterla, sterlu, sterli, starlet, starlett)

Stòuç (?) - Gallo cedrone, urogallo, Tetrao urogallus (it.wikipedia - foto Google). Marzio Barelli, in "Fauna sorpresa", pp. 105-113, dice che fino all'Ottocento in Ticino (ma il termine "stolco" esisteva anche in italiano: v. etimo.it) gli urogalli erano chiamati "stolgi" o "stolci" (così ancora Stefano Franscini nel 1830). È probabile che in dialetto leventinese si dicesse stòuç (termine tuttora usato in senso figurato per "testardo"), sul calco dello stòlç documentato più a sud. Questi grossi uccelli - racconta - ogni tanto impazziscono letteralmente nella stagione degli amori, diventando imprudentemente aggressivi anche nei confronti dell'uomo (v. anche it.wikipedia). Attualmente estinti in Leventina. - (stouç, stoucc, stouch)


 T

Tas - Tasso, Meles meles (it.wikipedia - foto Google). Ho avuto la fortuna di fotografarne uno in pieno giorno alla mia prima uscita con la macchina fotografica appena acquistata > Tasso. - (tass)

https://7584454584574042635-a-1802744773732722657-s-sites.googlegroups.com/site/leventinese/TasVael.JPG?attachauth=ANoY7cryq8KpgX9Kf-OgD8FqainaD8LVHu6k-aOtf6Sbxfhl1D8WVwxVz4jKsfYdjwifmh6U11dF60j6cL2KpeirqDJe_dsKj37BpVgXU5JmUWItGN1n1kigAXh9m64ELVXL9KyNfkuxdr8T2CuMdHid8IAJJjrpxoCVhs0dTSjiDepriXyuT0j8EItQ0x4OTRSbjozrrjD4&attredirects=0

                                                                                                           Tas - foto Tabasio

Trüta - Trota, Salmo trutta (it.wikipedia - foto Google). 

 

V

Varòzza - Marmotta, in particolare marmotta alpina, Marmota marmota (it.wikipediafoto Google - descrizione - caccia-ti.ch). Foto mie > Marmotte. - (varoza, varozza)

                                                                                                       Varozza - foto Tabasio 

 

Végia di lüsinc'ü - Maggiolino, melolonta, Melolontha melolontha (foto Google) a Dalpe, secondo il LSI. Mai sentito personalmente. Ma è troppo curioso per non metterlo. Non capisco che c'entri il lüsinc'ü, che è la lucciola. V. anche alla voce Végia d'Anzoni, un possibile sinonimo, nel dizionario. - (vegia di lüsinchiü)

Vérmalina - Donnola, Mustela nivalis (it.wiklpedia - foto Google). Il termine sembrerebbe indicare l'ermellino, Mustela erminea (it.wikipedia - foto Google), molto simile (descrizione), che però ho sempre sentito chiamare érmélìn). Si dice, oltre che a Quinto, anche a Osco (v. AIS, carta 438). Corrisponde a bìdria (v.) ad Airolo e a Dalpe e a bidra in Val Bedretto. Il LSI dice che a Dalpe si dice bélora, termine di altri dialetti che io non ho mai sentito in paese. Sempre secondo il LSI vermalina e bidria indicano non solo la donnola ma anche altri mustelidi. Ma penso che sia dovuto a informatori poco competenti su questi animaletti che si somigliano tutti. - (vermalina)

Vérman - Verme (it.wikipedia ). Plur. vìrman. - (verman, vermann)

Viscarda - Cesena, Turdus pilaris (it.wikipedia - foto Google). Non solo lev., v. drès.

Volp - Volpe, Vulpes vulpes (it.wikipediafoto Google). 

                                                                        Volp  - foto Tabasio, 11.2.2008

 

Z    

Zaron (z=ds), plur. zarói - Tafano, in particolare estro bovino, Tabanus bovinus (it.wikipedia - foto Google), e tafano grigio, Haematopota pluvialis (foto Google): insetto molestissimo, una vera tortura durante la fienagione. A Dalpe c'è zéron sempre secondo il LSI. Significherebbe però maggiolino, melolonta (Melolontha melolontha - foto Google), insetto che sarebbe detto sempre a Dalpe anche végia di lüsinc'ü (v.) e nella mia famiglia paterna végia d'Anzoni (v. a questa voce nel dizionario). Ad Airolo tafano è zaröt (Beffa cit.), in Val Bedretto zarun, plur. zarùi.

 

GERGO VENATORIO 

Copioincollo pari pari alcune espressioni mandatemi da Marco Viglezio. Non le metto in ordine alfabetico, piacendomi di più l'"ordine di azione" seguito dall'autore. Ho messo solo qualche "=" per risparmiare verbi e fatto qualche ritocco minimo al testo originale.

Nèi sot = portarsi a distanza utile per il tiro. Töi u gir = aggirare la preda, tenderle un agguato alle spalle. Nè a piazzas = portarsi verso una postazione naturale o costruita appositamente. Piazzàs = effettuare gli ultimi preparativi per il tiro, cercando la miglior posizione: piàzzat!; "ti sé begn piazzó?" fu chiesto al Fulvio di Mascengo per accertare che fosse in buona posizione per colpire la preda; famosa la risposta: "i sem franc 'mé 'm bènch" (alludeva, penso, al banco del falegname, il suo mestiere, ndr). Travachè indica l'animale che stramazza colpito a morte. Fas tofè significa che il selvatico ha avvertito la presenza del cacciatore. Fai nè significa aver fallito l'avvicinamento e farsi fuggire  le prede. Bütàss è inteso del selvatico che si corica (u s'é bütó) e lascia speranza al cacciatore perché significa che l'animale è tranquillo. Töi u sang (prendergli il sangue), quando occorre finire l'animale in agonia. Sanguarèda è una vistosa traccia di sangue lasciata dall'animale ferito e magari non morto sul posto ma che occorre inseguire e ricercare. Töi fò 'l botascion = eviscerare la preda. I camosci maschi quando in novembre cominciano le parate amorose i drizzan u pér (quei lunghi peli della linea dorsale tanto ricercati dai cacciatori austriaci e noti come Gamsbart per decorare i copricapi).  Vélü è la membrana pelosa che ricopre il trofeo dei caprioli e cervi maschi in tarda primavera prima che lo stesso venga sfregato e diventi definitivo.

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